domenica 22 aprile 2012

Donne che abortiscono a causa della crisi


A Olbia una donna incinta su quattro decide di abortire. Una percentuale che è salita parecchio negli ultimi anni. Il motivo? La crisi economica. Il Comune cerca di intervenire con un sostegno speciale per chi vorrebbe un bambino ma non può mantenerlo.
"Daremo un assegno mensile di 300 euro per tre anni", annuncia adAffaritaliani.it l'assessore alle Politiche Sociali Rino Piccinnu:"L'aborto è un segno di libertà ma sempre più spesso anche di povertà. Vogliamo resituire alle donna la possibilità di crescere un figlio". Sulle difficoltà della zona: "In Gallura i due volani sono edilizia e turismo. Negli ultimi tempi sono stati entrambi un flop". E sulle banche: "Spesso sono come fucili puntati sugli imprenditori. Se solo penano che qualcuno possa avere un momento di instabilità non ci pensano due volte a chiuderti l'affidamento".
Assessore Rino Piccinnu, come nasce questo progetto?
E' nato due anni fa quando io ero all'opposizione. Lo presentai già all'epoca ma non venne approvato. Oggi che siamo passati in maggioranza mi è ritornata in mente, in particolare in seguito ai dati preoccupanti che sono arrivati. In Gallura ci sono circa 350 aborti all'anno. Sappiamo che l'aborto è un segno di libertà della donna ma ogni tanto diventa un segno di povertà. Ci sono tante donne costrette ad abortire perché magari sono state sfrattate o licenziate. Allora si è pensato a questo progetto che prevede, nei casi di provata situazione di disagio, un aiuto economico a favore della madre per i primi tre anni di vita del bambino. Insomma, vogliamo restituire alle donna la libertà di scegliere di tenere il bambino. 
Qual è la percentuale di aborti in Gallura?
La percentuale è alta, intorno al 25%. Però sono dati da interpretare, perché a Tempio, per obiezione di coscienza, non si fanno aborti. Quindi i numeri sono ingigantiti anche da persone di altre zone. In realtà, se parliamo di Olbia siamo tra il 18% e il 20%, quindi all'incirca conformi alla media nazionale. Poi in questo periodo c'è stata una crescita a causa della crisi. In città c'è una situazione molto difficile: la povertà è diffusa, l'edilizia è ferma anche a causa delle banche e della difficoltà a spendere. Anche il turismo lo scorso anno è stato un flop. E l'edilizia e il turismo sono i due principali volani della Gallura.
Quante tra le donne che decidono di abortire lo fanno per motivi legati alla crisi economica?
Direi una percentuale vicina al 15%. Il nostro servizio sarà a disposizione, appunto, per il 15-20% delle donne di Olbia che decidono di abortire. Significa ogni anno avere all'incirca un 35 piani da portare avanti.
Ma come farete a individuare le donne da aiutare?
Proprio in queste settimane stiamo studiando il protocollo di questa iniziativa, con l'aiuto degli psicologi del centro di assistenza. Bisogna capire qual è il momento più opportuno per fare la proposta di sostegno alle donne che prendono la decisione di abortire a fronte di problemi economici. 
Tante imprese stanno chiudendo e molti imprenditori in crisi se la prendono con le banche. Lei da che parte sta?
E' vero che se oggi vai a chiedere un mutuo per comprare la casa non basta più la busta paga, le banche vogliono verificare anche chi ti dà i soldi e quindi fanno indagini anche sul datore di lavoro per capire se ha bilanci seri. Poi i tassi aumentano sempre di più: oggi un fido bancario costa più o meno il 10% mentre pochi anni fa era sul 5%. Gli oneri finanziari sono raddoppiati, e ciò significa che molto spesso una crisi finanziaria sfocia in un fallimento perché al primo scossone, al primo momento difficile, non ci pensano due volte e chiedono il rientro delle condizioni. Le banche non ti danno nessuna scelta. Se solo pensano che tu possa vere qualche problema di insolvenza azzerano l'affidamento o si incamerano i bonifici delle fatture che magari erano in ritardo di quindici o venti giorni. Così quei soldi che uno prevedeva di pagare gli stipendi o i fornitori spariscono. Ci si ritrova senza denaro e non si riesce più ad andare avanti. Le banche spesso sono come delle fucilate. Ti dicono tutto a cose fatte. "Guardi, lei il fido non ce l'ha più". E quando una banca ti chiude il conto, puoi essere sicuro che lo faranno subito anche tutte le altre in una sorta di solidarietà perversa tra gli istituti di credito.

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