lunedì 16 aprile 2012

A Porta di Ponte Vittorio Sgarbi per Totò Pennica




Questa sera, nella centralissima Porta di Ponte, sotto una fine ma persistente pioggerella, si è assiepata una folla numerosa per assistere al comizio organizzato dal vicesindaco di Licata Giuseppe Arnone e che ha visto protagonista il celebre critico d'arte Vittorio Sgarbi, che ha presentato la sua ultima creatura politica: il "Partito della Rivoluzione". Presente buona parte del comitato Epolis e naturalmente il candidato sindaco in onore del quale si è tenuto l'incontro, l'avvocato Totò Pennica. Il comizio è stato introdotto con foga oratoria da Giuseppe Arnone. Poi è stata la volta di Totò Pennica il quale ha ribadito per l'ennesima volta le linee-guida del suo pensiero e del suo programma politico per la Città dei Templi. Infine, Sgarbi ha chiosato con un lungo intervento nel corso del quale non ha risparmiato strali a nessuno: la classe politica in genere, Bossi investito dal recente scandalo sull'appropriazione indebita di somme sottratte alla Lega Nord, Beppe Grillo ed il suo movimento "Cinque Stelle", lo Stato che spesso è anti-Stato poichè affossa con manovre errate le economie locali ed il turismo. Il professore ha posto maggiormente l'accento sul fatto che la mafia è oramai un fenomeno criminale in via di declino e che la terra di Sicilia non può continuare ad esser tacciata solo di mafiosità quando ha invece potenzialità economiche, paesaggistiche, culturali e monumentali tali che potrebbero trasformarla, se ben governata, in una metropoli turistica internazionale di primaria importanza. Infine Sgarbi, col suo caratteristico linguaggio spartano e colorito da espressioni forti, ha invocato, come volano dell'economia locale agrigentina, la costruzione del tanto desiderato e mai realizzato aeroporto della Valle dei templi. A comizio terminato, è seguito il tipico bagno di folla accompagnato da varie richieste di autografi. Unica voce, fuori dal coro degli entusiasti consensi raccolti a suon di fragorosi applausi, quella esagitata di una signora ha contestato alcune espressioni linguistiche e qualche accostamento proferito dal celebre critico, il quale, non lasciandosi intimidire, ha ribadito con forza le proprie idee e non ha accettato questo bigotto quanto inopportuno tentativo di tirata d'orecchi.
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